La pianta è una liana volubile (rampicante) a foglie caduche, di notevoli dimensioni fino a 10 metri di altezza. Il sostegno ai supporti, in natura altri alberi, o rupi, è ottenuta con avvolgimento del fusto terminale stesso a viticcio (come i fagioli).
Le foglie giovanili sono cuoriformi appuntite, a maturità (quando inizia a fiorire) sono nettamente tondeggianti, spesso dorsalmente convesse. I giovani getti, i piccioli delle foglie e dei fiori sono ispidi e pelosi per peli bruni; i rami più vecchi hanno corteccia grigia ruvida e verrucosa, il tronco ha la corteccia scabra e ruvida di colore bruno grigiastro, i rami giovani hanno consistenza erbacea.
La pianta è dioica e quindi esistono piante maschio e piante femmina (che producono i frutti), molto raramente si sono rilevate piante ermafrodite, che cioè portano nello stesso fiore ambedue i sessi. Il riconoscimento del sesso dei fiori non è agevole, dato che i fiori hanno una dioicità avanzata, ma non completa; sono presenti nel fiore di un sesso gli elementi del sesso opposto, ma gli elementi del sesso opposto sono sempre rudimentali ed atrofizzati.
I fiori sono bianchi o bianco-panna, a cinque sei-petali, con un diametro da 3 a 5 cm, pendenti su un picciolo peloso. Accanto al fiore principale sono spesso presenti fiori secondari, laterali.
I frutti sono lunghe bacche ovali od ovale allungate con buccia robusta coperta da peli consistenti; i peli e la buccia hanno consistenza suberosa (del sughero) quindi con forti contenuti tannici e non sono commestibili.
La polpa è soda dolce ed acidula; su un asse centrale più o meno fibroso di placentazione detto "columella" sono radialmente distribuiti centinaia di piccoli semi scuri, non avvertiti quando si mangia il frutto; sottili filamenti connettono ogni seme con la columella realizzando una struttura che in sezione appare "a filamenti radiali", tale struttura giustifica il nome della famiglia (Actinidiaceae) che appunto richiama dal greco la forma attinomorfa, cioè "raggiata". Tale forma è ovviamente presente anche nella struttura del fiore e dei suoi annessi, evocando un fattore di primitività. I frutti hanno dimensione molto variabile, ma comunque da una larghezza di 2-3 a 5 cm, e lunghezza da 4 ad 8 cm.
Le foglie giovanili sono cuoriformi appuntite, a maturità (quando inizia a fiorire) sono nettamente tondeggianti, spesso dorsalmente convesse. I giovani getti, i piccioli delle foglie e dei fiori sono ispidi e pelosi per peli bruni; i rami più vecchi hanno corteccia grigia ruvida e verrucosa, il tronco ha la corteccia scabra e ruvida di colore bruno grigiastro, i rami giovani hanno consistenza erbacea.
La pianta è dioica e quindi esistono piante maschio e piante femmina (che producono i frutti), molto raramente si sono rilevate piante ermafrodite, che cioè portano nello stesso fiore ambedue i sessi. Il riconoscimento del sesso dei fiori non è agevole, dato che i fiori hanno una dioicità avanzata, ma non completa; sono presenti nel fiore di un sesso gli elementi del sesso opposto, ma gli elementi del sesso opposto sono sempre rudimentali ed atrofizzati.
I fiori sono bianchi o bianco-panna, a cinque sei-petali, con un diametro da 3 a 5 cm, pendenti su un picciolo peloso. Accanto al fiore principale sono spesso presenti fiori secondari, laterali.
I frutti sono lunghe bacche ovali od ovale allungate con buccia robusta coperta da peli consistenti; i peli e la buccia hanno consistenza suberosa (del sughero) quindi con forti contenuti tannici e non sono commestibili.
La polpa è soda dolce ed acidula; su un asse centrale più o meno fibroso di placentazione detto "columella" sono radialmente distribuiti centinaia di piccoli semi scuri, non avvertiti quando si mangia il frutto; sottili filamenti connettono ogni seme con la columella realizzando una struttura che in sezione appare "a filamenti radiali", tale struttura giustifica il nome della famiglia (Actinidiaceae) che appunto richiama dal greco la forma attinomorfa, cioè "raggiata". Tale forma è ovviamente presente anche nella struttura del fiore e dei suoi annessi, evocando un fattore di primitività. I frutti hanno dimensione molto variabile, ma comunque da una larghezza di 2-3 a 5 cm, e lunghezza da 4 ad 8 cm.
La Actinidia è originaria della Cina continentale ed orientale; tali regioni sono caratterizzate da inverni freddi ed estati calde, nuvolose, piovose ed umide. La pianta occupa gli ambienti ripariali di fiumi e ruscelli (soprattutto nel bacino dello Yangtse e dei monti Quiling), quindi con suolo umido e con scorrimento d'acqua.
Le piante sono presenti allo stato selvatico e coltivato in una enorme varietà, andando da quelle a frutto piccolo e poco peloso a quelle a frutto grande; la polpa varia da colore giallo al colore rossiccio fino al verde. Il nome cinese della pianta è Yangtao.
Agli inizi del 1900 alcuni cloni di piante cinesi furono importati in Nuova Zelanda dove furono praticate selezioni di alcune varietà, con nome derivato dal selezionatore: Abbot, Bruno, Hayward. È anche dovuto alla Nuova Zelanda il nome "Kiwi", inteso in origine come "Kiwi fruit" cioè frutto del kiwi, intendendo con ciò caratterizzare (arbitrariamente) il frutto come tipico prodotto della Nuova Zelanda, dato che il kiwi è l'uccello con piume lanuginose, e non volatore, simbolo della Nuova Zelanda.Di tutte le varietà selezionate una in particolare ebbe particolare rilievo: la Hayward.
La Hayward presenta un frutto medio grande, a buccia robusta e polpa verde. Tale varietà presenta peraltro una caratteristica di enorme importanza merceologica rispetto alle altre varietà: la condizione di conservare lo stato di frutto immaturo per lunghissimo tempo, e di essere conservata in frigorifero per mesi senza subire danni. L'innesco alla maturazione si ha facilmente conservando al caldo i frutti con alcune mele.
La stragrande maggioranza dei frutti definiti come "kiwi" sono esclusivamente di varietà Hayward.
In seguito sono state individuate in selezione al di fuori della Cina alcune varietà diverse (spesso distinte, secondo alcuni, in specie diverse) a polpa gialla e con minore pelosità della buccia, e di conseguenza commercializzate, sulla base di un diverso aroma od acidità. La acidità, dovuta alla presenza di acido ascorbico (vitamina C), è fattore tipico del frutto di kiwi, e determina con altri acidi organici la attività antiossidante ed auto conservante del frutto stesso.
Le varietà cinesi originali sono comunque numerosissime ed anche all'interno della specie si è deciso di distinguerne alcune, (come Actinidia deliciosa) come specie separate.Nonostante che la pianta sia adatta ad un clima completamente diverso da quello mediterraneo, attualmente l'Italia è primo il paese produttore al mondo di frutti di kiwi.
Tale primato incredibile è stato raggiunto riproducendo con mezzi tecnologici modesti, ma alla perfezione, il microclima necessario per le piante. Tali mezzi sono:
- ombreggiamento con reti (l'ombreggiamento riproduce la ridotta insolazione del clima piovoso estivo cinese), le reti inoltre creano uno spazio con ridotta mobilità di aria conservando l'umidità alle foglie.
- nebulizzazione di acqua tra le foglie (si mantiene umidità tra le foglie).
- irrigazione a goccia (le radici sono superficiali e non sopportano disidratazioni violente).
A favore è il fatto che in Italia di norma in inverno il freddo è sufficiente (la pianta abbisogna di una notevole quantità di freddo invernale, come d'altra parte quasi tutte le specie descritte dalla pomologia europea).
Per quanto concerne il suolo la pianta non sopporta terreno calcareo, mentre ama terreno neutro od acido, cresce quindi benissimo nell'ambiente del castagno, purchè abbia umidità a sufficienza; attenzione: umidità non solo di suolo ma anche di atmosfera, tale umidità può essere ottenuta ottimamente in ambiente naturalmente umido e non eccessivamente ventilato, ovvero leggermente ombreggiato. Trae giovamento da pacciamature.
La potatura è in qualche modo analoga a quella della vite.
La eccessiva sottrazione di umidità, in clima arido, attraverso i grandi stomi fogliari, (destinati ad espellere enormi quantità di acqua in un clima piovoso) si manifesta con l'arricciamento delle foglie e la "necrosi" (morte) dei lembi fogliari; aumentare la irrigazione non è risolutivo, occorre ridurre la evaporazione fogliare, (ombreggiando e limitando il vento).La pianta è incredibilmente resistente a qualsiasi malattia, unica precauzione: evitare (come qualsiasi altro fruttifero) di impiantarla in vecchi frutteti infestati da infezioni micotiche (Armillaria mellea). Una modesta bonifica dei vecchi frutteti, con un periodo di quarantena, è di norma più che sufficiente.
Non esistono malattie note, non occorre assolutamente fare alcun trattamento, anche perchè la condizione fondamentale per avere buon raccolto è avere un'ottima impollinazione che è praticata dalle api. (Spesso sotto le reti, a tale scopo, si impiantano in colonie, o si rilasciano liberi, gli insetti impollinatori). frutti del kiwi contengono una grande quantità di vitamine, soprattutto la vitamina C, la cui quantità presente, 85 mg per 100 g di parte edibile, è superiore a quella delle arance (50 mg); come è noto la vitamina C è un ottimo antiossidanteAnche se la tolleranza alla vitamina C in eccesso è notevolissima nella specie umana, e se anche la stessa vitamina è un ottimo ed importante presidio per i suoi principi antiossidanti, è opportuno non abusarne in quantità.
Quantità superiori a due frutti hanno un effetto discretamente lassativo (molto dipendente dalla sensibilità individuale). I felini, in special modo i gatti, sono attratti da questa pianta, questo può produrre problemi alla pianta stessa, dato che il gatto graffia e rosicchia il fusto Nelle piante giovani i fusti possono essere protetti da una rete. A pianta adulta il tronco ed i rami sono talmente robusti e coriacei da non soffrire eccessivamente per le attenzioni del gatto.
Le piante sono presenti allo stato selvatico e coltivato in una enorme varietà, andando da quelle a frutto piccolo e poco peloso a quelle a frutto grande; la polpa varia da colore giallo al colore rossiccio fino al verde. Il nome cinese della pianta è Yangtao.
Agli inizi del 1900 alcuni cloni di piante cinesi furono importati in Nuova Zelanda dove furono praticate selezioni di alcune varietà, con nome derivato dal selezionatore: Abbot, Bruno, Hayward. È anche dovuto alla Nuova Zelanda il nome "Kiwi", inteso in origine come "Kiwi fruit" cioè frutto del kiwi, intendendo con ciò caratterizzare (arbitrariamente) il frutto come tipico prodotto della Nuova Zelanda, dato che il kiwi è l'uccello con piume lanuginose, e non volatore, simbolo della Nuova Zelanda.Di tutte le varietà selezionate una in particolare ebbe particolare rilievo: la Hayward.
La Hayward presenta un frutto medio grande, a buccia robusta e polpa verde. Tale varietà presenta peraltro una caratteristica di enorme importanza merceologica rispetto alle altre varietà: la condizione di conservare lo stato di frutto immaturo per lunghissimo tempo, e di essere conservata in frigorifero per mesi senza subire danni. L'innesco alla maturazione si ha facilmente conservando al caldo i frutti con alcune mele.
La stragrande maggioranza dei frutti definiti come "kiwi" sono esclusivamente di varietà Hayward.
In seguito sono state individuate in selezione al di fuori della Cina alcune varietà diverse (spesso distinte, secondo alcuni, in specie diverse) a polpa gialla e con minore pelosità della buccia, e di conseguenza commercializzate, sulla base di un diverso aroma od acidità. La acidità, dovuta alla presenza di acido ascorbico (vitamina C), è fattore tipico del frutto di kiwi, e determina con altri acidi organici la attività antiossidante ed auto conservante del frutto stesso.
Le varietà cinesi originali sono comunque numerosissime ed anche all'interno della specie si è deciso di distinguerne alcune, (come Actinidia deliciosa) come specie separate.Nonostante che la pianta sia adatta ad un clima completamente diverso da quello mediterraneo, attualmente l'Italia è primo il paese produttore al mondo di frutti di kiwi.
Tale primato incredibile è stato raggiunto riproducendo con mezzi tecnologici modesti, ma alla perfezione, il microclima necessario per le piante. Tali mezzi sono:
- ombreggiamento con reti (l'ombreggiamento riproduce la ridotta insolazione del clima piovoso estivo cinese), le reti inoltre creano uno spazio con ridotta mobilità di aria conservando l'umidità alle foglie.
- nebulizzazione di acqua tra le foglie (si mantiene umidità tra le foglie).
- irrigazione a goccia (le radici sono superficiali e non sopportano disidratazioni violente).
A favore è il fatto che in Italia di norma in inverno il freddo è sufficiente (la pianta abbisogna di una notevole quantità di freddo invernale, come d'altra parte quasi tutte le specie descritte dalla pomologia europea).
Per quanto concerne il suolo la pianta non sopporta terreno calcareo, mentre ama terreno neutro od acido, cresce quindi benissimo nell'ambiente del castagno, purchè abbia umidità a sufficienza; attenzione: umidità non solo di suolo ma anche di atmosfera, tale umidità può essere ottenuta ottimamente in ambiente naturalmente umido e non eccessivamente ventilato, ovvero leggermente ombreggiato. Trae giovamento da pacciamature.
La potatura è in qualche modo analoga a quella della vite.
La eccessiva sottrazione di umidità, in clima arido, attraverso i grandi stomi fogliari, (destinati ad espellere enormi quantità di acqua in un clima piovoso) si manifesta con l'arricciamento delle foglie e la "necrosi" (morte) dei lembi fogliari; aumentare la irrigazione non è risolutivo, occorre ridurre la evaporazione fogliare, (ombreggiando e limitando il vento).La pianta è incredibilmente resistente a qualsiasi malattia, unica precauzione: evitare (come qualsiasi altro fruttifero) di impiantarla in vecchi frutteti infestati da infezioni micotiche (Armillaria mellea). Una modesta bonifica dei vecchi frutteti, con un periodo di quarantena, è di norma più che sufficiente.
Non esistono malattie note, non occorre assolutamente fare alcun trattamento, anche perchè la condizione fondamentale per avere buon raccolto è avere un'ottima impollinazione che è praticata dalle api. (Spesso sotto le reti, a tale scopo, si impiantano in colonie, o si rilasciano liberi, gli insetti impollinatori). frutti del kiwi contengono una grande quantità di vitamine, soprattutto la vitamina C, la cui quantità presente, 85 mg per 100 g di parte edibile, è superiore a quella delle arance (50 mg); come è noto la vitamina C è un ottimo antiossidanteAnche se la tolleranza alla vitamina C in eccesso è notevolissima nella specie umana, e se anche la stessa vitamina è un ottimo ed importante presidio per i suoi principi antiossidanti, è opportuno non abusarne in quantità.
Quantità superiori a due frutti hanno un effetto discretamente lassativo (molto dipendente dalla sensibilità individuale). I felini, in special modo i gatti, sono attratti da questa pianta, questo può produrre problemi alla pianta stessa, dato che il gatto graffia e rosicchia il fusto Nelle piante giovani i fusti possono essere protetti da una rete. A pianta adulta il tronco ed i rami sono talmente robusti e coriacei da non soffrire eccessivamente per le attenzioni del gatto.
Molto interessante! Grazie Laura
RispondiEliminaprego
RispondiEliminala mia actinidia mostra una polverina bianca sul tronco: aiuto
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