martedì 19 febbraio 2008

Zeus

Nella mitologia greca Zeus (in greco Ζεύς gen. Διός) è il re degli dei, il sovrano dell'Olimpo, il dio del cielo e del tuono. I suoi simboli sono la folgore, il toro, l'aquila e la quercia.
Figlio di
Crono e Rea era il più giovane dei suoi fratelli e sorelle. Nella maggior parte delle leggende era sposato con Era, anche se nel santuario dell'oracolo di Dodona come sua consorte si venerava Dione: secondo l'Iliade Zeus è il padre di Afrodite, avuta con Dione. È comunque famoso per le sue frequentissime avventure erotiche extraconiugali, tra le quali si ricorda anche una relazione omosessuale con Ganimede. Il frutto dei suoi numerosi convegni amorosi furono i suoi molti celeberrimi figli, tra i quali Atena, Apollo e Artemide, Hermes, Persefone, Dioniso, Perseo, Eracle, Elena, Minosse e le Muse. Dalla moglie Era secondo la tradizione ebbe Ares, Ebe,Efesto ed Ilizia.
Zeus è noto per l'abitudine a punire coloro che finivano fuori dalle sue grazie colpendoli con le sue saette oltre che, al pari di altri dei, trasformandone le sembianze.
La figura equivalente a Zeus nella
mitologia romana era Giove, mentre in quella etrusca era il dio Tinia.

Zeus, che viene spesso poeticamente chiamato con il vocativo Zeu pater (O padre Zeus ! ), è l'evoluzione di Di̯ēus, il dio del cielo diurno della religione Protoindoeuropea chiamato anche Dyeus ph2tēr (Padre Cielo).[1] Il dio era conosciuto con questo nome anche in Sanscrito (Dyaus/Dyaus Pita) e in latino (Jupiter, da Iuppiter, che deriva dal vocativo indoeuropeo *dyeu-ph2tēr[2]) lingue che elaborano la radice *dyeu- ("splendere" e nelle sue forme derivate "cielo, paradiso,dio"),[1] nonché nella mitologia germanica e norrena ( *Tīwaz >, in Alto tedesco antico Ziu, in norreno Týr) unito con il latino deus, dīvus e Dis (una variazione di dīves[3])che proviene dal simile sostantivo *deiwos.[3]
Per i
Greci e i Romani il dio del cielo era anche il più grande degli dei, mentre nelle culture nordiche questo ruolo era attribuito ad Odino: di conseguenza questi popoli non identificavano, per il suo attributo primario di dio del tuono, Zeus/Giove né con Odino né con Tyr, quanto piuttosto con Thor (Þórr). Zeus è l'unica divinità dell'Olimpo il cui nome abbia un'origine indoeuropea così evidente.[4]
In aggiunta a questa origine indoeuropea, lo Zeus dell' epoca classica prendeva alcuni aspetti iconografici dalle culture del
Vicino Oriente, come ad esempio lo scettro. Gli artisti greci immaginavano Zeus soprattutto in due particolari posizioni: in piedi, mentre con il braccio destro alzato segue ad ampie falcate una folgore che ha appena scagliato, oppure seduto sul suo trono.

La statua di Zeus ad Olimpia - stampa antica

Il ruolo di Zeus nella mitologia classica
Zeus era il più importante degli dei e comandava su tutto l'antico
Pantheon Olimpico greco. Fu padre di molti eroi ed eroine e la sua figura è presente nella maggior parte delle leggende che li riguardano. Sebbene lo Zeus "radunatore di nuvole" dei poemi omerici fosse un dio del cielo e del tuono al pari delle equivalenti divinità orientali, rappresentava anche il massimo riferimento culturale del popolo Greco: sotto certi aspetti egli era l'espressione più autentica della religiosità greca ed incarnava l'archetipo del divino proprio di quella cultura

Gli epiteti di Zeus
Gli
epiteti o i titoli attribuiti a Zeus enfatizzano i vari campi nei quali esercita la sua autorità: i più comuni sono :
Zeus Aitnàios - "Zeus Etneo" , relativo al
monte-vulcano Etna, come l'Olimpio, sacro a Zeus.
Zeus Nemeos - "Zeus Nemeo" , relativo a
Nemea, città dell'argolide, dove si disputavano i Giochi Panellenici, dedicati a Zeus, che si svolgevano a cadenza biennale.
Zeus Olympios - "Zeus Olimpio" , relativo al dominio di Zeus sia sugli altri dei che sui Giochi
Panellenici che si tenevano ad Olimpia.
Zeus Panhellenios - "Zeus di tutti i Greci" al quale era dedicato il famoso tempio di
Eaco sull'isola di Egina.
Zeus Xenios - "Zeus degli stranieri" in quanto era il protettore degli ospiti e dell'accoglienza, sempre pronto ad impedire che fosse fatto qualcosa di male ai forestieri.
Zeus Horkios - Zeus era il dio che si occupava della veridicità dei giuramenti: i bugiardi che venivano scoperti dovevano dedicare una statuetta votiva a Zeus, spesso al santuario di Olimpia.
Zeus Agoraios - Zeus vigilava sugli affari che si svolgevano nell'
agorà e puniva i commercianti disonesti.
Zeus Meilichios - "Facile da invocare": Zeus aveva assunto su di sé il culto dell'antico daimon
Meilichio che in precedenza gli Ateniesi erano adusi propiziarsi.
Zeus Cronide - "Figlio di Crono": patronimico di Zeus. Benchè
Crono (il Tempo) avesse avuto altri figli, il Cronide per antonomasia è Zeus.
Zeus Egioco - "Zeus possessore dell'egida": l'egida era lo scudo ricoperto con la pelle della capra
Amaltea che secondo il mito aveva nutrito con il suo latte Zeus da bambino.
Zeus Soter - "Zeus il salvatore/protettore", in quanto protettore e salvatore di tutta l'umanità.

Culti di Zeus locali
Oltre alle forme presentate poco sopra, esistevano nel mondo greco anche alcuni culti locali dedicati a Zeus che mantenevano un loro proprio e singolare modo di concepire ed adorare il re degli dei. Questi sono alcuni esempi:

Zeus a Creta
A
Creta Zeus era adorato in alcune grotte che si trovano nei pressi di Cnosso, Ida e Palicastro. Le leggende di Minosse ed Epimenide suggeriscono che queste grotte anticamente fossero usate da re e sacerdoti come luogo per fare divinazioni. La suggestiva ambientazione delle Leggi di Platone, che si svolge lungo la strada che conduce i pellegrini verso uno di questi siti, sottolinea la conoscenza del filosofo dell'antica cultura cretese. Nelle rappresentazioni artistiche tipiche dell'isola Zeus compare, invece che come un uomo adulto, con l'aspetto di un giovane dai lunghi capelli e gli inni a lui dedicati cantano del "ho megas kouros", ovvero "il grande giovane". Insieme ai Cureti, un gruppo di danzatori armati dediti a rituali estatici, sovrintendeva al duro addestramento atletico e militare, nonché ai segreti riti iniziatici, previsti dalla Paideia cretese.
Lo scrittore
ellenistico Evemero sembra aver proposto una teoria con cui ipotizza che Zeus sia stato un grande re di Creta e che dopo la sua morte la sua fama abbia finito per trasformarlo in una divinità. Il testo di Evemero non è giunto integro fino a noi, ma in passato la patristica cristiana accolse l'ipotesi con molto favore.

Statua di Zeus rinvenuta a Nicomedia in Bitinia - Museo archeologico di Istanbul

Zeus Lykaios in Arcadia
L'epiteto Lykaios è morfologicamente connesso alla parola lyke (luminosità), ma a prima vista si può facilmente associare anche a lykos (
lupo). Quest'ambiguità semantica si riflette sul singolare culto di Zeus Lykaios, celebrato nelle zone boscose e più remote dell'Arcadia, nel quale il dio assume caratteristiche sia di divinità lucente che lupina. Il primo aspetto si evidenzia nel fatto che è il signore del monte Licaone (la montagna splendente) , che è la cima più alta dell'Arcadia e sulla quale, secondo una leggenda, si trova una recinto sacro sul quale non si sono mai posate ombre.[5] Il secondo invece si rifà al mito di Licaone (l'uomo lupo), il re dell'Arcadia i cui leggendari antichi atti di cannibalismo venivano ricordati per mezzo di bizzarri riti. Secondo Platone[6] una setta si sarebbe riunita sul monte ogni otto anni per celebrare sacrifici in onore di Zeus Lykaios durante i quali si mescolava un singolo pezzo di interiora umane ad interiora animali e poi si distribuiva il tutto ai presenti: chi avesse mangiato il pezzo di carne umana si sarebbe trasformato in un lupo e avrebbe potuto recuperare la propria forma umana solo se non ne avesse più mangiata fino alla conclusione del successivo ciclo di otto anni.

Zeus Etneo in Sicilia
Il culto di Zeus Aitnaios è riportato nelle
odi di Pindaro ed è attestato dalla produzione numismatica locale. Il tempio del dio era ubicato nella città di Aitna (Etna), fondata da Gerone I di Siracusa. Alcuni scoli di Pindaro riportano che Ierone I donò al tempio una statua di Zeus, che potrebbe essere quella rappresentata nel tetradramma di Aitna.

Zeus Aitnaios (tetradramma di Aitna)

Lo Zeus del sottosuolo
Sebbene l'
etimologia del nome indichi che Zeus originariamente era un dio del cielo, in diverse città greche si adorava una versione locale di Zeus che viveva nel mondo sotterraneo. Gli Ateniesi e i Sicelioti (Greci di Sicilia) veneravano Zeus Meilichios (dolce o mellifluo), mentre in altre città vigeva il culto di Zeus Chthonios ( della terra), Katachthonios (sotterraneo) e Plousios (portatore di ricchezza). Queste divinità potevano essere nelle forme d'arte visuale parimenti rappresentate sia come uomo che come serpente. In loro onore si sacrificavano animali di colore nero che venivano affogati dentro a pozzi, come si faceva per divinità ctonie come Persefone e Demetra o sulla tomba degli eroi. Gli dei olimpi, invece, ricevevano in olocausto animali di colore bianco che venivano uccisi sopra ad altari.
In alcuni casi gli abitanti di queste città non sapevano con certezza se il daimon in onore del quale effettuavano i sacrifici fosse un eroe oppure lo Zeus del sottosuolo. Così il santuario di
Lebadea in Beozia potrebbe essere stato dedicato sia all'eroe Trofonio sia a Zeus Trephonius ( Il nutritore), a seconda che si scelga di dare retta a Pausania oppure a Strabone. L'eroe Anfiarao era venerato come Zeus Amphiaraus ad Oropo nei pressi di Tebe e pure a Sparta c'era un santuario di Zeus Agamennone.

Gli oracoli di Zeus
Anche se la maggior parte degli oracoli erano generalmente dedicati ad
Apollo, ad eroi oppure a dee come Temi, esistevano anche alcuni oracoli dedicati a Zeus

Zeus-Amon seduto sul trono - statua risalente al III secolo a.C. rinvenuta a Cipro - Museo del Louvre - Parigi

L'oracolo di Dodona
Il culto di Zeus a
Dodona nell'Epiro, località per la quale vi sono prove dello svolgersi di attività cerimoniali a partire dal II millennio a.C., era imperniato su di una quercia sacra. All'epoca in cui fu composta l'Odissea ( circa il 750 a.C.) l'attività divinatoria era condotta da sacerdoti scalzi chiamati Selloi, che si stendevano a terra ed osservavano lo stormire delle foglie e dei rami dell'albero.[7] All'epoca in cui Erodoto scrisse a sua volta di Dodona i sacerdoti erano stati sostituiti da sacerdotesse chiamate Peleiadi (colombe).
Nel culto osservato a Dodona la moglie di Zeus non era
Era, ma la dea Dione, il cui nome è in effetti la versione femminile di "Zeus". Il suo ruolo di Titanessa nella mitologia classica ha fatto ipotizzare ad alcuni studiosi che potrebbe essere stata in epoca pre-ellenica una divinità molto più importante e che, forse, l'oracolo fosse originariamente dedicato a lei.

L'oracolo di Siwa
L'oracolo di
Amon nell'Oasi di Siwa che si trova nel lato occidentale del deserto egiziano non si trovava entro i confini del mondo greco prima dell' epoca di Alessandro Magno, ma fin dall'età arcaica aveva esercitato una forte influenza sulla cultura greca: Erodoto nella sua descrizione della guerra greco-persiana dice che Zeus Amon fu consultato varie volte. Zeus Amon era tenuto in particolare considerazione a Sparta, dove fin dall'epoca della Guerra del Peloponneso esisteva un tempio in suo onore.[8]
Quando Alessandro Magno si avventurò nel deserto per consultare l'oracolo di Siwa, scoprì l'esistenza di una
Sibilla libica.

Altri oracoli di Zeus
Si dice che entrambi gli Zeus ctonii
Trofonio e Anfiarao dessero responsi di tipo oracolare nei santuari a loro dedicati.

Zeus e le divinità straniere
Zeus era l'equivalente del dio della
mitologia romana Giove e nell'immaginario sincretico classico era associato con varie altre divinità, come l' Egizio Amon, e l'Etrusco Tinia. Insieme con Dioniso aveva assorbito su di sé il ruolo del principale dio Frigio Sabazios dando vita alla divinità conosciuta nel sincretismo dell'antica Roma come Sabazio.

Zeus nella mitologia

La nascita
Crono ebbe molti figli da Rea: Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone, ma li divorò tutti appena nati, dal momento che aveva saputo da Gaia ed Urano che il suo destino era di essere spodestato da uno dei suoi figli così come lui stesso aveva spodestato suo padre. Quando però Zeus stava per nascere, Rea chiese a Gaia di escogitare un piano per salvarlo, in modo che Crono ricevesse la giusta punizione per ciò che aveva fatto ad Urano e ai suoi stessi figli. Rea partorì Zeus a Creta, consegnando al suo posto a Crono una pietra fasciata con dei panni che egli divorò immediatamente. La madre nascose Zeus in una cesta posta sotto ad un albero, sorvegliato da una famiglia di pastori ai quali promise in cambio che le loro pecore non sarebbero state attaccate dai lupi.

L'infanzia

I Cureti
Rea nascose quindi Zeus in una grotta sul
Monte Ida a Creta e, a seconda delle varie versioni della leggenda:
Fu allevato ed educato da Gaia.
Fu allevato da una
capra di nome Amaltea, mentre un gruppo di Cureti gridavano, danzavano e battevano le loro lance contro gli scudi perché Crono non sentisse il pianto del bambino.
Fu allevato da una
Ninfa di nome Adamantea. Dato che Crono dominava la Terra, i cieli e il mare, lo nascose appendendolo a una fune legata ad un albero in modo che, sospeso fra i tre elementi, fosse invisibile al padre.
Fu allevato da una Ninfa di nome
Cinosura. In segno di gratitudine Zeus, una volta cresciuto, la trasformò in una stella.
Fu allevato da
Melissa, che lo nutrì con latte di capra.

L'ascesa al trono degli dei

Lo Zeus di Otricoli - marmo - Copia romana di un originale greco del IV secolo - Musei Vaticani
Raggiunta l'età adulta, Zeus costrinse Crono a rigettare prima la pietra che l'aveva sostituito,
[9] poi i suoi fratelli e sorelle nell'ordine inverso rispetto a quello in cui erano stati ingeriti. Secondo alcune versioni della leggenda Metide diede un emetico a Crono per costringerlo a vomitare i figli, secondo altre ancora Zeus squarciò lo stomaco del padre. A questo punto Zeus liberò dalla loro prigione nel Tartaro anche i fratelli di Crono gli Ecatonchiri e i Ciclopi. [10] Insieme, Zeus e i suoi fratelli e sorelle, gli Ecatonchiri e i Ciclopi rovesciarono dal trono Crono e gli altri Titani grazie alla terribile battaglia chiamata Titanomachia. I Titani sconfitti furono da allora confinati nell'oscuro regno sotterraneo del Tartaro. Atlante, in quanto capo dei Titani che avevano combattuto contro Zeus, fu condannato a reggere il cielo sulle sue spalle.
Dopo la battaglia contro i Titani Zeus si spartì il mondo con i suoi fratelli maggiori
Poseidone ed Ade sorteggiando i tre regni: Zeus ebbe in sorte i cieli e l'aria, Poseidone le acque e ad Ade toccò il mondo dei morti. L'antica terra, Gaia, non poté essere concessa ad alcuno, ma venne condivisa da tutti e tre a seconda delle loro capacità.
Immagine:DSC00406 - Tempio E di Selinunte - Zeus ed Era - Ca. 450 a.C. - Foto G. Dall'Orto.jpg
Zeus ed Era - Bassorilievo dal tempio di
Selinunte - 450 a.C. circa - Foto di Giovanni Dall'Orto
I
Giganti furibondi perché Zeus aveva confinato nel Tartaro i loro fratelli Titani si ribellarono agli dei Olimpi. Essi cominciarono a scagliare massi e tizzoni ardenti verso il cielo. Era profetizzò che i Giganti non sarebbero mai stati sconfitti da un dio, ma soltanto da un mortale che vestiva con pelli di leone, e solo con una certa erba che rendeva invulnerabili. L'uomo fu identificato con Eracle e Zeus, vagando in una regione indicatagli da Atena, trovò l'erba magica. Così furono sconfitti anche i Giganti.
Gaia si risentì per il modo in cui Zeus aveva trattato i Titani e i Giganti, dato che erano figli suoi. Così, poco dopo essersi impossessato del trono degli dei, Zeus dovette affrontare anche il mostro
Tifone, figlio di Gaia e del Tartaro. Zeus sconfisse Tifone e lo schiacciò sotto ad una montagna o al vulcano Etna.

Zeus ed Era
Zeus era sia il fratello che il marito di
Era. Con lei generò Ares, Ebe ed Efesto, anche se alcune leggende narrano che Era diede vita ai suoi figli da sola. Altri miti includono tra la loro discendenza anche Ilizia. Le numerose conquiste che Zeus fece tra le Ninfe e le mortali, che diedero inizio alle più importanti dinastie greche, sono proverbiali. La mitografia gli attribuisce relazioni tra le divinità con Demetra, Latona, Dione e Maia, mentre tra le mortali con Semele, Io, Europa e Leda. (Per maggiori dettagli si rimanda ai paragrafi successivi)
Molte leggende dipingono un'Era gelosissima delle conquiste amorose del marito, e fiera nemica delle sue amanti e dei figli da loro generati. Una volta ad una ninfa di nome
Eco venne affidato il compito di distrarre Era dalle attività di Zeus, parlandole in continuazione: quando la dea se ne accorse con un incantesimo costrinse Eco a ripetere le parole che udiva dagli altri.

Altri racconti su Zeus

Il Tempio di Zeus Olimpio ad Atene
Sebbene Zeus si comportasse talvolta in modo meschino e maligno, era in lui presente anche un profondo senso di giustizia, che probabilmente è esemplificato al meglio negli episodi in cui fulmina
Capaneo per la sua arroganza e quando aiuta Atreo ingannato dal fratello. Inoltre proteggeva forestieri e viaggiatori da coloro che intendevano fare loro del male.
Zeus trasformò
Pandareo in una statua per punirlo del furto del cane di bronzo che, quando era un bimbo, lo aveva custodito nella grotta sacra a Creta.
Zeus uccise
Salmoneo con un fulmine per aver tentato di impersonarlo andando in giro con un carro di bronzo e gridando per imitare il rumore del tuono.
Zeus trasformò
Perifa in un'aquila, dopo la sua morte, come ricompensa per essere stato un uomo onesto e giusto.
Una
Ninfa di nome Chelone rifiutò di presenziare al matrimonio di Zeus ed Era: per punirla Zeus la trasformò in una tartaruga.
Zeus ed Era trasformarono il re
Emo e la regina Rodope di Tracia in due montagne per punirli della loro vanità.
Zeus condannò
Tantalo ad essere torturato in eterno nel Tartaro per aver indotto con l'inganno gli dei a mangiare le carni di suo figlio.
Zeus condannò
Issione ad essere legato in eterno ad una ruota infuocata per aver tentato di di fare sua Era.
Zeus fece sprofondare i
Telchini in fondo al mare per aver inaridito la terra con le loro terribili magie.
Zeus accecò il veggente
Finea e mandò le Arpie a tormentarlo per punirlo di aver rivelato i segreti degli dei.
Zeus ricompensò
Tiresia con una vita tre volte più lunga del normale per aver giudicato in suo favore la disputa sorta con Era su quale dei due sessi provasse più piacere durante l'amplesso.
Zeus punì Era appendendola a testa in giù dal cielo quando aveva tentato di affogare
Eracle mandandogli contro una tempesta.
Tra i moltissimi figli che aveva avuto, Eracle è stato spesso descritto come il preferito da Zeus. Infatti Eracle fu spesso chiamato sia dalla gente che da vari dei "il figlio prediletto di Zeus": una leggenda narra come, quando una stirpe di Giganti nati dalla terra minacciava l'
Olimpo e l'Oracolo di Delfi aveva detto che solo le forze riunite di un singolo mortale e di un dio potevano fermarli, Zeus scelse Eracle per combattere al suo fianco e, insieme, sconfissero i mostri.

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